Il Mondo e la Realtà Emozionale





La Realtà Emozionale





Vi siete mai chiesti che cosa sono le emozioni? Se già lo sapete, magari vi siete chiesti, a cosa servono? Probabilmente, tanti di voi vorrebbero sapere, quando sentire un emozione è positivo, e quando, invece, diventa un problema. Qualcuno, leggendo queste righe, penserà a ciò che ha vissuto ieri, o di recente, o negli ultimi tempi. Ci sarà chi ricorda un esperienza piacevole, chi ha un ricordo magari fastidioso, chi, invece, addirittura ricorda paura o terrore, ma ognuna di queste manifestazioni, è una sfacettatura della stessa medaglia, chiamata Emozione. Per prima una certezza, le emozioni di base, quelle piu' importanti, sono state studiate e riconosciute indistintamente in tutte le culture umane presenti sul nostro pianeta, anche le piu' isolate. Immaginando un cerchio, dove, sopra andrebbero distribuite, tutte le sensazioni che proviamo, inquadrandole tra i principali stati emotivi, come amore, odio, tristezza e gioia, ritroveremmo in zone intermedie, una miriade di sotto emozioni ibride, composte dalla combinazione di parte di quelle principali. Ma cosa sarebbe un emozione descritta in termini strettamente fisiologici?


“La mia teoria è, che i cambiamenti corporei, seguono direttamente la percezione del fatto eccitante, e che la nostra sensazione degli stessi cambiamenti man mano che si verificano, sia l’emozione”. (W. James, 1884).


Questa descrizione è veramente apropriata, e ci comunica un insieme di informazioni importanti. Viene infatti menzionato un evento esterno che stimola un corpo umano. Ritroviamo già due caratteristiche fondamentali che ci informano sulle emozioni, la relazione, hanno a che fare con la relazone dei corpi col mondo, e la funzione, veicolano informazioni in modo bidirezionale ,interno esterno,interno tra il mondo e gli esseri viventi. La terza caratteristica importante, è che gli stimoli esterni, raggiungono il corpo che si modifica. Questo concetto, è indubbiamente fondamentale, il corpo non viene modificato dall'evento, ma si modifica. Questo significa per prima cosa, che ogni corpo agisce in modo personalizzato all' informazione ricevuta, e certamente differente da come agirebbe ogni altro corpo. Questa semplice interazione appena descritta, ci esprime il concetto di unicità dell'essere, infatti, la sensazione, ciò che l'organismo “sente” mentre questi primi cambiamenti corporei avvengono, costruisce gradatamente nell'organismo, la tonalità di emozione che verrà riconosciuta alla fine. La nostra unicità, si esprime non solo biologicamente, ma anche in termini culturali generali, familiari e personali, questa diferenziazione ideattiva, è validissima e funzionante anche nel riconoscimento delle emozioni e di ogni tipo di informazione.


Gli studi sulla definizione dell’emozione, si concentrano, in modo più o meno marcato,sulla localizzazione dell’evento emotivo, sulle condizioni in cui si verifica, e sulle relazioni che esse hanno col contesto. In questa discussione, rientrano utili, le teorie che vedono l’emozione come totalità intesa, non come grandezza, ma come tipo di manifestazione. Cercare di localizzare le emozioni è sempre stato importante per gli esseri umani. Per i Greci, la localizzazione dell’emotività, era il fegato. Per Aristotele, il sangue intorno al cuore. Nel sistema dello yoga Kundalini, il “Chakra Manipura”, il centro emotivo è collocato appena sotto il diaframma. In Omero, Platone, e nella medicina di Ippocrate, questo centro era il cuore. Haisch, Lewin, krueger, Hoisington, e infine Lersch, localizzano psicologicamente l’emozione all’interno del corpo, in particolar modo, Lersch, chiama questo stato più profondo dell’esperienza, “Il piano endotimico”, ossia “endo” significa interiore, mentre “timico”, significa sentimento. Lui, colloca lì, tutta la vita emotiva. Riguardo la collocazione fisiologica, vi sono anche qui diverse teorie, che cercano di localizzare in un punto del cervello la nascita dell’emozione. L’emozione, viene localizzata da Hess nel diencefalo, da Cannon nel talamo, da Schou nel mesencefalo; secondo Papez è localizzata nell’ipotalamo, i nuclei anteriori del talamo, le strutture circolari del giro, l’ippocampo e le loro interconnessioni, che costituiscono un sistema armonico, capace di elaborare il funzionamento dell’emozione centrale. Secondo MacLean, è localizzata tra il lobo limbico, come struttura, e il sistema limbico come sistema fisiologico di funzionamento. Secondo Kubie, la localizzazione, è nella profondità del lobo temporale; Darrow, sostiene che l’emozione, è il risultato di un conflitto intracorticale. Secondo Hillman, "tutto dipende interamente, da quale concetto stiamo cercando di localizzare: se pensiamo all’emozione, come a una funzione fisiologica, allora la localizzazione strutturale è inevitabile. Ma, se concepiamo l’emozione come anche psicologica, allora la localizzazione dell’emozione, evidenzia il problema della rappresentazione dei funzionamenti psichici, in sistemi o strutture somatiche", ed aggiungo, infine, la rappresentazione delle funzioni psichiche, in struture somatiche, all'inteno di sistemi aperti, dinamici e in relazione continua.


L’espressione emotiva, è fondamento di comunicazione nel sistema sociale, dove ad esempio, si può mentire con la parola, ma è impossibile con un’emozione: l' espressività del linguaggio, le posture facciali, e i movimenti del corpo , sono comunicazione, che produrrà come effetto altra comunicazione. Nell’analisi della psicopatologia, è normale ritrovare un’accentuata espressività emotiva, come caratteristica distintiva dei vissuti, e, delle criticità personali e sociali, ad essi correlate. Nell’ultimo secolo, l’interiore e il soggettivo, sono stati identificati e distinti dall’oggetto, che è stato identificato con l’esterno. Questo, avvenne, sostiene Hillman, prima della scoperta dell’inconscio “dentro”, e, del mondo della micro-fisica “fuori”. Grazie a queste scoperte, sempre secondo Hillman, “ Il soggetto, si è spostato al centro, tra l’interno di un mondo non più totalmente soggettivo (personalistico), e, l’esterno di un mondo non più totalmente oggettivo”(il solo ambiente dato). Questo, implica che l’emozione, non ha una localizzazione interna all'organismo, ma neanche solamente una esterna ad esso. Debitamente collocata in una concezione caotica, l'emozione è invece dinamica: qualcosa di interno che va verso l’esterno, coinvolgendo sommergendo la realtà oggettuale, che mutata, si ripresenta anche verso l'interno. Tutto è emozione, e, le emozioni, sono ovunque inttorno a noi!